piccola biografia emotiva

Il viaggio come percorso personale

La mia vita ha a che fare con i viaggi, miei o della mia famiglia: in ogni caso ognuno di essi ha avuto un ruolo importante nella mia esistenza e nelle mie scelte.
Un viaggio lontano: i miei genitori si trasferiscono da Enna, nel centro della Sicilia, a Siracusa, passando per l’Olanda.
L’Olanda è stato il giardino dell’Eden di mio padre. Lì ci sono nati due dei miei tre fratelli. Uno mi ha insegnato la forza, l’altro la sensibilità artistica.
Nella provincia di Siracusa ci sono nato e c’ho vissuto, ho fatto le scuole e ho costruito identità e relazioni, pensieri e sogni. In questa città c’è nato anche il terzo dei miei fratelli.  Lui mi ha insegnato il coraggio del seguire la propria natura.
Enna: le radici e la passione per i racconti. Quasi una volta al mese i viaggi mi conducevano a Enna. Lì ci sono i miei parenti e le mie radici. Qui ho imparato a respirare la natura, a nutrirmi dei racconti di mia nonna. Già, i racconti di mia nonna. Pieni di mistero, di fascino, di problemi risolti con orgoglio, fiducia e un pizzico di magia. È stato il fascino che ho sempre provato e che provo ancora per le sue storie che mi hanno portato ad interessarmi dell’arte del racconto e ad utilizzarlo nel mio lavoro e nella mia vita. In questo lo zampino ce lo ha messo anche mio padre, che ama raccontare cose che non racconta mai a nessuno.
Mia madre non racconta molto. Lei è più una forma poetica silenziosa. Poesia del sacrificio e del buon senso.
Il mio viaggio personale verso l’indipendenza: Roma. Mi ricordo il giorno della partenza. Lacrime e raccomandazioni, parole non dette, la benedizione di mia madre e le mani singhiozzanti di mio padre sulle mie. Speranza e commozione mie. Una parte di me fremeva, un’altra piangeva già la distanza.  Un treno lento, due valigie (di cui una piena di cibo), molte fermate e incontri. Metafora piena della mia vita.
Viaggio on the desperation road: ovvero il cammino di Santiago molto comodo… Avevo voglia di un viaggio fuori dai confini italici e fuori dai confini programmatici della mia esistenza. Mi imbarcai con la mia moto a Civitavecchia deciso a fare il cammino di Santiago partendo da Barcellona. Tutti lo fanno a piedi o in bici o a cavallo. Io non avevo troppa voglia di camminare e la moto è il mezzo che mi ha sempre permesso di sentire di percorrere le strade alla giusta velocità per me. Veloce o lento in base al bisogno.  Ho percorso molte strade, mi sono inclinato in curva, ho fatto tanti incontri e ho conosciuto luoghi di cui non ricordo i nomi.

Il resto della mia vita ora non so raccontarlo, so di essere interessato a viverlo.

La mia formazione

Io mi definisco psicoterapeta della Gestalt che è un approccio basato essenzialmente su quattro cose: olismo, qui ed ora, consapevolezza e responsabilità.  

Olismo vuol dire che noi come essere umani siamo un tutt’uno di emozioni, corpo, pensieri, azioni e che i problemi cominciano quando parti di noi vengono esluse dalla nostra vita e messe in cantina.  

Il qui ed ora allontana la Psicoterapia della Gestalt da approcci che si concentrano sul passato e sulla “spiegazione” delle  “cause” che hanno generato i “sintomi”. Il qui ed ora è l’unica realtà che davvero esiste, l’unica di cui si può fare esperienza, ed è l’unica realtà in cui si può scegliere di fare dei cambiamenti. Il cambiamento in Gestalt non si ha quando si scopre tutto di se stessi (teoricamente un processo infinito), ma quando affrontando paure e difficoltà ci si assume il coraggio di fare scelte diverse.

Consapevolezza non vuol dire solo conoscersi, vuol dire prestare attenzione a se stessi, alle proprie emozioni e ai propri bisogni e desideri mentre si manifestano, ovvero, nel qui ed ora.

La responsabilità è un concetto preso dall’esistenzialismo umanistico, una corrente filosofica che sostiene che l’esistenza sia una condizione difficile e che sia inevitabile provare sofferenza ed angoscia. Ma, a questa condizione si può rispondere, scegliendo di volta in volta comportamenti in linea con se stessi e il proprio ambiente. In questo modo si diventa respons-abili, ovvero abili a dare risposte abbastanza buone nella direzione di una vita soddisfacente.

Dove ho imparato queste cose? i titoli me li ha dati la Facoltà di psicologia dell’Università Sapienza di Roma e, successivamente, la scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Gestalt dell’istituto Gestalt Firenze sede di Roma, ma la palestra più importante è stata la vita con tutti gli incontri che mi ha regalato, da quelli più significativi a quelli più scomodi e difficili.

Mi piace ricordare alcuni dei miei maestri che mi hanno illuminato e continuano a farlo: Oliviero Rossi, Paolo Quattrini, Sergio Mazzei,  (con cui mi sono specializzato in Gestalt Body Work), Domenico Ciavarelli.

Alla mia formazione in psicoterapia aggiungo anche quella  nelle arti marziali che considero una parte importante di me.  Ho praticato gli stili interni di Kung Fu, basati sulla sensibilità, la calma, la flessibilità. Questa disciplina mi ha insegnato a trovare il centro su me stesso e ad essere flessibile oltre che fisicamente anche mentalmente.

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